Le tradizioni e le radici della Lombardia, la vita quotidiana delle persone, la loro cultura e i loro riti, le feste e i paesaggi. Sono l’oggetto della mostra di fotografie di Amedeo Vergani, allestita presso lo Spazio espositivo del Pirellone e visitata stamani da una delegazione di sindaci lombardi che si sono così confrontati con l’identità dei loro territori. “Le radici della nostra identità” racconta il territorio lombardo e le sue trasformazioni dagli anni Settanta agli anni Ottanta. Gesti e situazioni che raccontano l’identità di intere comunità come l’agnello alzato al cielo durante la festa di Sant’Antonio a Vercana sulle sponde del Lago di Como, o il braccio di un’infaticabile lavoratrice della coltivazione del riso in un cascinale a Cergnago, nel Pavese.
La travel writer Laura Magni e Pierluigi Pagliardi del Circolo Fotografico di Inverigo, che ha promosso la mostra, hanno accompagnato in una “visita guidata” i sindaci dei territori che Amedeo Vergani ha raccontato con la sua macchina fotografica. Erano presenti: Antonio Rusconi (Sindaco di Bellano), Danilo Bianchi (Sindaco di Magreglio), Ferruccio Rigola (Sindaco di Schignano), Mauro Caprani (Sindaco di Erba), Marisa Cesana (Sindaco di Monguzzo), Francesco Vincenzi (Sindaco di Inverigo), Francesca Valsecchi (Consigliere comunale di Albavilla), Mario Colombo (Assessore di Alta Valle Intelvi) e Elena Buscemi (Presidente del Consiglio comunale di Milano).

“Le fotografie di Amedeo Vergani raccontano la nostra terra -ha dichiarato il presidente del Consiglio regionale Alessandro Fermi-. Attraverso i volti, gli sguardi, i mestieri e i gesti di tutti i giorni, attraverso le sagre e le feste religiose o pagane, le fotografie di Vergani mantengono vive la memoria e la storia di un territorio. Ci raccontano chi eravamo e chi siamo. In ogni fotografia c’è un’emozione, ognuno può cogliere una parte di sé. C’è lo spirito lombardo: un pezzo delle radici lombarde e del nostro futuro”.
Il percorso espositivo è suddiviso in due sezioni. Nella prima gli scatti di Amedeo Vergani raccontano le tradizioni lombarde nel campo dell’agricoltura, dell’allevamento, della pesca, dell’artigianato e dell’industria: dalla raccolta del riso nel pavese all’apicultura in provincia di Cremona, dalla produzione di coltelli e forbici a Premana ai liutai di Cremona, dalla lavorazione del pizzo a tombolo in Brianza alla produzione di pipe a Cantù. La seconda sezione è dedicata ai riti e alle feste tradizionali come, ad esempio, la festa della Madonna del Bosco a Imbersago, la Sagra di San Giovanni sull’Isola Comacina, il Carnevale di Schignano, la “Giubiana” in Brianza, la festa della “Candelora” a Ravellino, la “Pesa Vegia” di Bellano, la festa della Madonna Nera di Lanzo d’Intelvi e tante altre. “Riti collettivi, pagani o propiziatori, sopravvissuti proprio all’ombra della metropoli italiana della tecnologia e della industria”, secondo la definizione che lo stesso Amedeo Vergani aveva dato ai soggetti delle sue opere nel lontano 1980.

Amedeo Vergani, nato ad Erba nel 1944, è stato uno dei più incisivi e originali protagonisti del fotogiornalismo italiano. Vergani inizia la sua carriera come giornalista sviluppando subito anche una grande passione per la fotografia. Nel 1977, a 33 anni, abbandona la macchina da scrivere per la macchina fotografica, passando definitivamente al giornalismo fotografico. Su incarico delle più prestigiose riviste internazionali, Vergani realizza dossier fotografici che spaziano dai Caraibi allo Yemen, dal Québec al Sudafrica, mettendo sempre al centro del suo obiettivo la gente e i luoghi.
Le sue opere sono state esposte alla Biennale e al Guggenheim di Venezia, alla Triennale di Milano, al Vitra Design Museum di Basilea e al Centre Pompidou di Parigi. Ha esposto a New York, in Germania e al Museo d’Arte Moderna di Pechino. Le sue fotografie sono state edite da molte case editrici, quali ad esempio l’Istituto Geografico De Agostini, Rizzoli e Mondadori ed ha ottenuto numerosi premi e riconoscimenti sia in Italia che all’estero. Amedeo Vergani è scomparso il 1° maggio 2010.

La mostra potrà essere visitata fino a venerdì 30 settembre nei seguenti orari: da lunedì a giovedì dalle 9.30 alle 13.30 (ultimo ingresso ore 12.30) e dalle 14.30 alle 17.30 (ultimo ingresso 16.30); venerdì dalle 9.30 alle 13.30 (ultimo ingresso ore 12.30).

Fonte : https://www.askanews.it/

Di VALLE INTELVI NEWS

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