Una manifestazione contro la caccia ai cinghiali si terrà a Roma il prossimo 15 aprile, dopo che il Governo ha approvato quella che è stata definita senza mezzi termini una “caccia selvaggia” ai danni degli animali selvatici.
Dopo il via libera alla “caccia selvaggia” in nome della tutela del territorio e del contenimento delle specie selvatiche da parte del Governo, avvenuto lo scorso dicembre, le associazioni animaliste scendono in piazza: la prossima manifestazione nazionale è prevista per il 15 aprile a Roma, indetta e organizzata da Alleanza Animalista e appoggiata da diverse associazioni, tra le quali anche LAV.
Allo stato attuale, l’approvazione della Legge di Bilancio avvenuta pochi mesi fa ha portato con sé una modifica anacronistica della normativa, consentendo l’abbattimento degli animali pressoché ovunque, perfino in città, e in qualsiasi stagione. Il tutto, con la possibilità di impiegare metodi cruenti in precedenza vietati per le attività di controllo della fauna selvatica e con la possibilità che il prossimo 1° maggio il Governo approvi un piano quinquennale straordinario per la riduzione numerica di tutte le specie di animali selvatici mediante uccisioni e catture.
Una situazione inaccettabile, che cancella anni di lotte per i diritti animali e per la conservazione della fauna selvatica nel nostro Paese. Ma non è tutto, perché il Senato ha da poco approvato un ordine del giorno che vuole passare le competenze sulla fauna selvatica dal Ministero dell’Ambiente al Ministero dell’Agricoltura, con una conseguenza gravissima per gli animali selvatici, che non saranno più considerati parte integrante della biodiversità e per questo tutelati dalla Costituzione; diventeranno invece un elemento da gestire in funzione della produttività del settore agricolo e zootecnico.
Caccia ai cinghiali: una situazione al limite
Dall’approvazione dell’emendamento, nel nostro Paese abbiamo già assistito a delle problematiche legate a questa decisione: per esempio, come riporta LAV, a febbraio nella periferia di Roma si è verificato un episodio aberrante che ha visto protagonisti tre cacciatori armati di fucile, che si sono avvicinati a pochissimi metri da un’abitazione per sparare a una famiglia di cinghiali, incuranti del pericolo a cui avrebbero potuto esporre i passanti. Non una sorpresa, dal momento che l’emendamento consente di cacciare ovunque, nei centri abitati e perfino nei parchi cittadini.
A dire il vero, l’Europa ha già inviato al Governo italiano una diffida lo scorso febbraio, tramite una lettera formale, per contestare la decisione e sottolineare che si tratta di un emendamento che va in direzione opposta rispetto alle norme Comunitarie. “Desideriamo richiamare l’attenzione delle Autorità italiane sugli obblighi derivanti dalla Direttiva Habitat e Uccelli, e in particolare su quanto segue: le due direttive prevedono l’istituzione di una rete di zone di protezione speciale”. si legge nella lettera.
A questo si aggiunge un altro problema relativo alla “caccia selvaggia” e alla tutela della salute pubblica: mentre i sostenitori dell’emendamento dichiarano che possa essere uno stratagemma utile per debellare il problema relativo alla peste suina africana, di cui i cinghiali e altri animali selvatici sono facili portatori, in realtà – a detta degli esperti – è facilmente dimostrabile che non sia così. “Non possiamo tollerare questo attacco frontale alla vita e alla libertà di milioni di animali selvatici, per questo anche noi di LAV scendiamo in piazza, per testimoniare con la nostra presenza a Roma la contrarietà alle scelte del Governo e del Parlamento. Ai cittadini chiederemo di unirsi alla protesta, per i gravi rischi che correranno con l’ingresso di cacciatori armati nelle città.” dichiara Massimo Vitturi, Area Animali Selvatici LAV.
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