Le api sono in declino, ma i pesticidi killer lo sono molto meno. L’Autorità europea per la sicurezza alimentare revisiona la propria guida sulle modalità per valutare i rischi derivanti dai prodotti fitosanitari per api da miele, bombi e api solitarie. Ma resta un amletico dubbio: quanti ancora di essi sono vietati ma ancora in circolazione?
Era il 2013, ben dieci anni fa, quando l’EFSA pubblicò le linee guida per valutare i potenziali rischi per le api da miele, i bombi e le api solitarie derivanti dall’uso di pesticidi. Il precedente modello europeo di valutazione del rischio per le api mellifere non teneva, infatti, conto dei rischi derivanti dall’esposizione cronica o ripetuta ai pesticidi, né dei potenziali rischi per le larve.
Le linee guida colmarono allora queste lacune, ma oggi la stessa Autorità europea per la sicurezza alimentare fa un ulteriore passo avanti e aggiorna quelle stesse linee guida, tenendo conto – dice – “delle più recenti acquisizioni scientifiche e adotta le metodologie più aggiornate per eseguire valutazioni del rischio in questo ambito”.
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Secondo la legislazione europea, infatti, i prodotti fitosanitari possono essere approvati solo se una valutazione del rischio dimostri che essi non hanno effetti inaccettabili sull’ambiente, comprese le specie non bersaglio come le api.
Le nuove linee guida
Il documento descrive come valutare il rischio per le api da miele esposte a prodotti fitosanitari in aree agricole. Lo fa seguendo un approccio progressivo (ossia, sia la stima dell’esposizione che la valutazione degli effetti possono essere eseguite seguendo un approccio per gradi) per valutare sia l’esposizione delle api ai pesticidi (per contatto o per via alimentare) sia gli effetti che ne derivano.
La guida contempla inoltre vari scenari e aspetti pertinenti alla valutazione del rischio. Tra questi: le diverse tempistiche degli effetti (acuti e cronici) e le diverse fasi di vita delle api (adulti e larve). Per le api da miele esamina i possibili effetti a lungo termine delle basse dosi e le preoccupazioni potenziali dovute agli effetti subletali. Il documento esprime inoltre raccomandazioni in merito ai rischi da metaboliti e miscele di prodotti fitosanitari.
Ci sono state criticità particolari?
Ci sono state criticità particolari?
Poiché la legislazione europea in materia non definisce quantitativamente gli “effetti inaccettabili”, questo obiettivo di protezione generico doveva essere tradotto in obiettivi di protezione specifici (SPG), che potessero essere collegati in modo trasparente agli schemi di valutazione del rischio descritti nella guida – si legge nella nota dell’EFSA. Sebbene la definizione degli SPG non rientri nelle competenze dell’EFSA, che ha il mero ruolo di valutatore del rischio, tuttavia abbiamo assistito i gestori del rischio – la Commissione europea e gli Stati membri – in questo compito organizzando diverse consultazioni.
In seguito, i gestori del rischio hanno concordato un SPG per le api mellifere del 10%. Si tratta del livello massimo consentito di riduzione delle dimensioni delle colonie dopo l’esposizione ai pesticidi. Per i bombi e le api solitarie non è stato definito un SPG quantitativo per mancanza di dati.
Ora che la guida dell’EFSA è stata pubblicata, la Commissione europea inizierà a lavorare con gli Stati membri per l’approvazione del documento in seno al Comitato permanente per le piante, gli animali, gli alimenti e i mangimi.