Marco Gritti
Nel 2024, la Guardia di Finanza celebra i 250 anni dalla sua fondazione. A gettare le sue fondamenta fu un cittadino di Ginevra, incaricato dal re di Sardegna Vittorio Amedeo III di costituire un Corpo militare – chiamato Legione Truppe Leggere – che controllasse i confini e impedisse il contrabbando.
C’è un po’ di Svizzera nella lunga storia della Guardia di Finanza italiana, di cui quest’anno ricorrono i 250 anni dalla fondazione: l’uomo che per primo guidò il Corpo che, nel tempo, sarebbe diventato la Finanza era un cittadino elvetico. Si chiamava Gabriel Pictet ed era nato a Ginevra nel 1710. Fu lui a venire incaricato dal re di Sardegna, Vittorio Amedeo III, di costituire e guidare la legione che si occupasse, in tempo di pace, di contrastare il contrabbando ai confini del regno con la Svizzera e la Francia. Era il 1774.
La storia di Gabriel Pictet è stata raccontata da Jean-Daniel Candaux nel volume Dei Pictet a Torino e altrove in Italia, di cui un capitolo viene ripreso anche nella miscellanea Svizzera-Piemonte. Un confine che unisce. Una famiglia, quella ginevrina dei Pictet, per diverse generazioni legata al mondo militare: “Troviamo i Pictet ufficiali al servizio della Francia, al servizio delle Province Unite dei Paesi Bassi, ma anche al servizio del Piemonte – scrive Candaux. Infatti già nel 1703 era stato istituito dal conte Jean-Louis de Portes un reggimento svizzero per il Re di Sardegna”.
Il primo a entrare in questo reggimento era stato, nel 1723, tale Jacques Pictet, che in vent’anni passò dal grado di alfiere a quello di luogotenente prima, poi di capitano e infine di tenente colonnello. Il Gabriel Pictet protagonista della storia era un suo lontano nipote, spiega Candaux: proveniva “da una branca cadetta del ramo cadetto della famiglia” e, dopo una breve esperienza nel reggimento di Portes, “in piena Guerra di Secessione austriaca prese l’insolita decisione di abbandonare contemporaneamente la religione riformata e i reggimenti svizzeri per entrare direttamente nell’esercito di Sardegna”.
Nell’armata sarda, Gabriel Pictet compì una lunga carriera che si concluse quando aveva 68 anni: fu prima capitano di fanteria, poi maggiore, quindi cavaliere dell’Ordine militare dei Santi Maurizio e Lazzaro e successivamente tenente colonnello. Divenne infine colonnello nel 1774, l’anno in cui il re Vittorio Amedeo III lo incaricò di costituire e di guidare “un nuovo Corpo al quale intendeva affidare in tempo di pace la sorveglianza delle frontiere, il controllo delle dogane e la repressione di qualsiasi contrabbando”: si trattava della Legione Truppe Leggere, antesignana della Guardia di Finanza.
La mostra per i 250 anni della Guardia di Finanza a Torino
Nell’ambito delle celebrazioni per il 250esimo anniversario di fondazione della Guardia di Finanza, a Palazzo Madama di Torino è stata allestita la mostra 250 anni – Tradizione e futuro che ripercorre la storia del Corpo, dall’istituzione della Legione Truppe Leggere del Regno di Sardegna fino a oggi. “Palazzo Madama ha duemila anni di storia, è il luogo in cui si è fatta l’Italia e la Carta sociale europea – ricorda il direttore Giovanni Carlo Federico Villa –. Per i 250 anni del Corpo che ha contribuito alla nostra unità nazionale ci è parso il luogo ideale per raccontare questa straordinaria storia”.
In mostra sono esposti cimeli provenienti dal Museo storico della Guardia di Finanza di Roma e i documenti originali degli atti costitutivi della Legione Truppe Leggere, custoditi presso l’Archivio di Stato di Torino. Vi è anche un ritratto di Gabriel Pictet, donato alla Guardia di Finanza dalla famiglia Pictet negli anni ‘90, in occasione dell’inaugurazione della caserma del Nucleo della polizia economico finanziaria di Torino intitolata proprio al comandante ginevrino.