Erba, il mistero dell'aereo tedesco precipitato nel 1944: trasportava un'arma segreta

Il velivolo fu recuperato pezzo per pezzo dall’esercito di Berlino. Per anni si è tramandata la leggenda che i resti fossero ancora sul Monte Bollettone

L'aereo precipitato sul Bollettone nel febbraio del 1944


Erba (Como) – Gli aspiranti Indiana Jones possono stare tranquilli, non ci sono carcasse di aereo dimenticate sulle montagne sopra Erba, compreso l’aereo tedesco precipitato la sera del 19 febbraio del 1944 sul Monte Bollettone, recuperato nei giorni immediatamente successivi dai militari dall’esercito tedesco preoccupati che qualcuno potesse scoprire le armi segrete imbarcate sul velivolo. E’ un piccolo giallo storico quello che hanno risolto i membri della Consulta Civica di Erba, partendo dai racconti dei nonni e dei bisnonni che per anni, anche dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, avevano raccontato di fronte al fuoco del misterioso aereo precipitato sulla montagna alle spalle della città. 

La verità è negli archivi

“La storia dell’aeroplano tedesco caduto sulle nostre montagne una sera d’inverno del 1944 l’ho ascoltata anch’io più di una volta – racconta l’ingegner Raffaele Serio che insieme ad Angela CiceriEnrico Pina e Laura Locatelli ha riportato alla luce una vicenda che dopo quasi ottant’anni finalmente non ha più segreti – E’ solo mettendosi a cercare negli archivi però che la verità è venuta a galla”. Per anni si è fantasticato sul motivo per cui il Dornier Do Werk Nummer 5511, un grosso bimotore della Luftwaffe appartenente alla squadriglia dei Wiking, un reparto speciale dell’aeronautica tedesca, fosse venuto a schiantarsi proprio sopra la città.

Il motivo è semplice, con tutta probabilità era diretto all’aeroporto di Seriate di rientro dal bombardamento del porto di Anzio, dov’era in corso lo sbarco degli americani, ma aveva perso il segnale del radiofaro a causa delle pessime condizioni atmosferiche. Decollato la mattina del 19 febbraio del 1944 dall’aeroporto di Toulouse-Blagnac, in Francia, il Dornier trasportava un‘arma segreta: una bomba planante radio comandata Henschel Hs 293. Era questa tecnologia, top secret per l’epoca, che le autorità tedesche si premurarono di recuperare fin dalla mattina dopo, quando individuato il punto in cui era avvenuta la tragedia arrivarono in città anche i militari della Repubblica Sociale e la polizia. 

Quattro vittime

“Allora la Valle Bova non era come si presenta oggi, c’erano molti meno alberi e individuare i resti del velivolo non fu particolarmente complicato, anche se le condizioni meteo erano pessime. Continuava a nevicare e le autorità militari assoldarono diversi spalatori anche tra i civili, furono recuperate tutte le parti dell’aereo, comprese quelle che qualche contadino salito la notte della tragedia sulla montagna si era portato a casa. Naturalmente furono recuperati anche i corpi dei quattro componenti dell’equipaggio, si trattava del pilota Wolf Hinze, l’osservatore Werner Henf, il marconista Ludwing Grassi e il mitragliere Rolf Gartner. I loro nomi figurano nelle carte dell’archivio comunale. Le salme furono tumulate il 25 febbraio 1944 nel cimitero di Como e traslate, molto dopo la fine della guerra, nel cimitero tedesco di Costermano sul Garda in provincia di Verona. Ho letto che dei cacciatori di aerei vogliono venire a esplorare la montagna alla ricerca dei resti dell’aereo, rischiano di trovare ben poco forse qualche bullone, quello che era veramente importante se lo sono già portati via i tedeschi”. Rimane la storia di quel tragico volo e il mistero, ormai svelato dell’aereo caduto, da raccontare ancora magari in presenza non appena il Covid lo consentirà. 

FONTE

Di VALLE INTELVI NEWS

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