CATANIA – Quando nella villa di Milo, sospesa fra la cima dell’Etna e il mare della costa catanese, Franco Battiato ha lasciato questo suo “centro di gravità permanente” non se ne è accorto. A differenza di parenti e collaboratori che gli sono rimasti accanto giorno e notte, in pena, come spiega triste il fratello Michele (ex dirigente del PRI) : «Nelle ultime ore non ha capito, non c’era più, per sua fortuna avvolto da un coma profondo…»….

Franco Battiato

Franco Battiato, il grande cantautore e musicista catanese aveva 76 anni; negli ultimi tempi si rincorrevano le voci di una sua malattia. Antonio Spadaro, direttore di “Civiltà Cattolica”, ne ha dato notizia all’alba del 18 maggio con un tweet, citando “La Cura”, una delle canzoni più note dell’artista. I funerali si celebreranno in forma privata.

Nella prima metà degli anni Sessanta, quasi ventenne, Battiato si trasferì a Milano dove avviò la sua carriera artistica esibendosi al Club 64, alternandosi sul palco con Enzo Jannacci, Renato Pozzetto, Bruno Lauzi. Lo notò Giorgio Gaber, procurandogli i primi contratti discografici. Battiato compose per Gaber “E allora dai”, che il milanese presentò al Festival di Sanremo del 1967.

La sua carriera virò verso la musica contemporanea, influenzata soprattutto da Karlheinz Stockhausen, mentre è del 1987 (“Genesi) la sua prima opera lirica, a cui seguirà “Gilgamesh” nel 1992. Nel frattempo Battiato s’era trasferito in Sicilia. Negli anni Novanta partì la collaborazione con il filosofo Manlio Sgalambro.

L’ultimo concerto risale al 2017, al Teatro romano di Catania. L’ultimo album è invece del 2019, “Torneremo ancora”. Poi il ritiro definitivo. Nella sua vita Battiato ha dedicato una breve finestra alla politica attiva, partecipando da assessore al turismo, allo sport e allo spettacolo nella giunta regionale siciliana guidata da Renato Crocetta (centrosinistra) dal 2012 al 2013. Il fratello Michele Battiato, invece, dirigente industriale, era stato consigliere comunale di Milano per il Partito Repubblicano.

Viaggiatore anomalo tra le frontiere dei linguaggi musicali, Franco Battiato ha incarnato il potere sciamanico del suono nel rappresentare miti e profezie universali, e lo ha fatto attraverso forme molto diverse tra loro per consistenza semantica e tradizione culturale, dalla canzone d’autore all’opera lirica, dalla sperimentazione elettronica alla ricerca acustica», ha commentato Filippo Del Corno, compositore di musica contemporanea e assessore alla cultura del Comune di Milano: «La sua morte è una tristissima notizia per tutti coloro che lo hanno seguito e amato; da oggi il suo lavoro autorale, separato dall’identificazione con il suo carisma di interprete, richiede di essere considerato in tutta la sua articolata complessità, a partire dalla riscoperta e dall’esecuzione di quelle partiture che nel corso degli anni hanno accompagnato i suoi successi più popolari, in un contrappunto di idee e pratiche davvero unico al mondo».

Fonte

Di VALLE INTELVI NEWS

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