Cloud Seeding: cosa sappiamo degli esperimenti di inseminazione artificiale delle nuvole

Il cloud seeding, ovvero l’inseminazione delle nuvole, è una tecnica geoingegneristica che punta a una modifica meteorologica. Tale modifica può essere voluta per aumentare la quantità o il tipo di precipitazioni, mitigare la grandine o disperdere la nebbia. L’inseminazione delle nuvole viene effettuata disperdendo nell’aria sostanze che fungono da condensatori delle nuvole o dei nuclei di ghiaccio. Gli agenti comuni utilizzati in questo tipo di geoingegneria includono ioduro d’argento, ioduro di potassio e ghiaccio secco, con materiali igroscopici, come il sale da cucina, che stanno guadagnando popolarità grazie alla loro capacità di attirare l’umidità. Le tecniche variano dalla semina statica, che incoraggia la formazione di particelle di ghiaccio nelle nuvole super raffreddate per aumentare le precipitazioni, alla semina dinamica, progettata per migliorare lo sviluppo delle nubi convettive attraverso il rilascio di calore latente. I metodi di dispersione includono aerei così come generatori a terra, con approcci più recenti che coinvolgono droni che erogano cariche elettriche per stimolare le precipitazioni, o impulsi laser a infrarossi volti a indurre la formazione di particelle. L’Operazione Popeye, che gli USA misero in atto durante la guerra del Vietnam per allungare la stagione delle piogge e creare danni e disagi all’esercito nemico del Nord, dimostra che la tecnologia era già sviluppata e utilizzata a fini militari negli anni Settanta. 

Proprio a partire da quegli anni, sempre più Paesi si sono interessati allo sviluppo e all’utilizzo delle tecnologie di cloud seeding. Oggi vengono ormai venduti servizi commerciali da parte di aziende che si occupano di inseminare le nuvole, tanto da terra, utilizzando appositi cannoni, quanto dal cielo, con l’utilizzo di areoplani o droni, per potenziare o depotenziare la possibilità e la capacità di formazioni nuvolose esistenti di produrre pioggia. Gli Stati che stanno continuando le sperimentazioni sono moltissimi e numerosi sono quelli che già ne fanno un largo utilizzo. Gli Emirati Arabi Uniti sono un Paese all’avanguardia nell’utilizzo del cloud seeding, con agenzie preposte al monitoraggio e all’utilizzo delle tecniche per l’inseminazione delle nuvole e programmi statali che vi lavorano quotidianamente.

Che cos’è il cloud seeding?

Nel 1891, Louis Gathmann suggerì di sparare anidride carbonica liquida nelle nuvole per fare piovere. Durante gli anni Trenta, con la teorizzazione del processo Wegener-Bergeron-Findeisen (dal nome degli scienziati che lo misero in atto, Alfred Wegener, Tor Bergeron e Walter Findeisen), altrimenti noto come “processo freddo-pioggia”, si capì che la causa della pioggia sono le goccioline d’acqua super raffreddate presenti nelle nuvole. Durante la ricerca sulla formazione di ghiaccio sugli aerei, Vincent Schaefer e Irving Langmuir, impiegati presso la General Electric, hanno confermato questa teoria. Seguendo le idee che i due avevano generato durante la scalata del Monte Washington, nel New Hampshire, Schaefer creò un modo per sperimentare l’inseminazione delle nuvole, utilizzando un’unità di congelamento profondo di potenziali agenti che stimolassero la crescita dei cristalli di ghiaccio, ovvero sale da cucina, talco, terra, polvere e vari agenti chimici. Il 14 luglio 1946 lo scienziato condusse alcuni esperimenti presso il laboratorio di ricerca Schenectady della General Electric, scoprendo il principio del cloud seeding. Da allora, diverse organizzazioni e istituzioni, sia pubbliche che private, hanno portato avanti sperimentazioni proprio sulla scia delle scoperte di Schaefer.

Un Cessna 410 equipaggiato per il cloud seeding a Corryong, Victoria, Australia, 1966

Le nuvole sono costituite da minuscole goccioline d’acqua o cristalli di ghiaccio, che si formano quando il vapore acqueo si raffredda e si condensa attorno a una particella di polvere o sale che galleggia nell’atmosfera. Senza queste particelle, note come nuclei di condensa o di ghiaccio, non possono formarsi gocce di pioggia o fiocchi di neve e le precipitazioni non si verificano. L’inseminazione delle nuvole è una tecnica di modificazione meteorologica che migliora la capacità di una nuvola di produrre pioggia o neve introducendo minuscoli nuclei di ghiaccio in alcuni tipi di nuvole che si trovano a una temperatura inferiore allo zero termico. Questi nuclei forniscono una base per la formazione dei fiocchi di neve. Dopo l’inseminazione delle nuvole, le gocce d’acqua o i fiocchi di neve appena formati crescono e cadono rapidamente dalle nuvole alla superficie della Terra.  Il cloud seeding rientra, dunque, tra le tecniche di geoingegneria riferite alla modificazione meteorologica (weather modification, WM). Molti ricercatori ritengono che gli impatti delle tecniche di WM siano locali (o regionali) e non duraturi, motivo per il quale queste non costituirebbero a pieno titolo una forma di geoingegneria. Tali tecniche, tuttavia, sono importanti precorritrici delle odierne tecniche di geoingegneria, in quanto vi sono, ad esempio, sovrapposizioni con le tecniche di gestione della radiazione solare. A oggi, non sappiamo quali siano le ripercussioni globali dell’impiego massiccio di tali tecniche, né tantomeno quali possano essere quelli prodotti nelle regioni adiacenti a quelle dove si applicano le tecniche di cloud seeding – le quali incidono sul naturale andamento dei modelli meteorologici. 

Chi utilizza il cloud seeding?

Lo scorso giugno, su L’Indipendente, abbiamo dato notizia di come, in Italia, il Comitato Nazionale Moratoria Geoingegneria abbia depositato più di 10 mila firme per una petizione che vorrebbe fosse introdotto il divieto di qualsiasi utilizzo (tanto civile quanto militare) di qualunque tecnica di geoingegneria, citando nello specifico l’inseminazione delle nuvole e il Solar Radiation Management (SRM, tecnica che mira a diminuire la radiazione solare, e i suoi effetti, sulla Terra). Il Comitato ha anche indirizzato una lettera al Parlamento e al governo affinché venga calendarizzata al più presto la discussione in merito all’utilizzo di tecniche di geoingegneria e la conseguente moratoria di queste. Il documento prende le mosse da due risoluzioni ONU, una del 2010 e l’altra del 2016, nonché da recenti legislazioni statunitensi, sia in ambito federale che statale, così come di altri Paesi. Per quanto concerne l’inseminazione delle nuvole, sono molti gli Stati che oggi la utilizzano in maniera palese, disponendo anche di agenzie appositamente create per compiere tali operazioni. Tuttavia, in Italia non si ha notizia di progetti attivi in questo senso. Stati Uniti, Israele, Cina, Russia, India, Francia, Spagna, Germania, Austria, Messico, Arabia Saudita, Sudafrica, Thailandia e Emirati Arabi Uniti sono solo alcuni degli Stati che hanno in qualche modo sperimentato o utilizzato le tecniche di cloud seeding.

Il caso Emirati Arabi Uniti: il cloud seeding come pratica quotidiana

Negli ultimi anni, gli Emirati Arabi Uniti (EAU) i progetti di cloud seeding si sono moltiplicati, rendendo l’emirato uno dei Paesi dove gli esperimenti di modifica del meteo hanno raggiunto la fase più avanzata. Già oggi abbiamo notizia di veri e proprio diluvi certamente causati dell’inseminazione delle nuvole: è accaduto nel marzo 2024, quando le stesse autorità nazionali ammisero che le piogge torrenziali abbattutesi sulla capitale Dubai erano state provocate artificialmente. Negli EAU i voli di inseminazione delle nuvole vengono effettuati durante tutto l’anno, quando vengono rilevate nuvole seminabili. Negli ultimi 13 anni, nel Paese sono stati condotto migliaia di voli per missioni di inseminazione delle nuvole. La Divisione di Inseminazione delle Nuvole (NCM) utilizza un sofisticato radar di sorveglianza meteorologica, responsabile del monitoraggio della pressione atmosferica e delle formazioni nuvolose 24 ore su 24. «I feed delle telecamere in diretta da 26 località degli Emirati Arabi Uniti vengono visualizzati, 24 ore su 24, su una parete della struttura NCM di Abu Dhabi. Quando le nuvole iniziano a formarsi, un aereo speciale le circonda per analizzarne la formazione e il contenuto di umidità. Una volta che i piloti confermano che sono state trovate nubi favorevoli, l’aereo NCM che trasporta cristalli di sale mescolati con magnesio, cloruro di sodio e cloruro di potassio viene “seminato” nelle nuvole. Durante i tradizionali voli di inseminazione delle nuvole negli Emirati Arabi Uniti, i sali naturali o gli agenti idroscopici vengono sparati nelle nuvole per aumentare le precipitazioni», ha affermato Omar Alyazeedi, vicedirettore dell’NMC.

Come spiegato dallo stesso vicedirettore dell’NCM, il programma di inseminazione delle nuvole negli Emirati Arabi Uniti è iniziato alla fine degli anni ’90. Dal 2001, il programma ha collaborato con organizzazioni come il National Centre for Atmospheric Research (NCAR) in Colorado, così come la Witwatersrand University in Sud Africa e l’Agenzia Spaziale degli Stati Uniti, la NASA. Gli Emirati Arabi Uniti hanno lanciato il Premio UAE per l’Eccellenza per l’avanzamento della scienza e della pratica della modificazione del clima, in collaborazione con l’Organizzazione Meteorologica Mondiale (OMM), proprio perché hanno da subito deciso di puntare forte su questa tecnologia di modificazione metereologica. Alyazeedi ha detto: «Gli Emirati Arabi Uniti sono emersi come un hub chiave per la ricerca all’avanguardia sul miglioramento della pioggia grazie agli sforzi del Centro nazionale di meteorologia (NCM), attraverso il Programma di ricerca degli Emirati Arabi Uniti per la scienza del miglioramento della pioggia (UAEREP), per far progredire la scienza e la tecnologia del miglioramento della pioggia. Fin dal suo inizio, il programma si è concentrato sull’innovazione della ricerca attraverso metodi volti a stimolare le precipitazioni nelle regioni aride. Questi includono: nanotecnologia, elaborazione dei dati basata su algoritmi, studi sulle zone di convergenza, nucleazione del ghiaccio, ottimizzazione della semina in aerosol, analisi delle proprietà elettriche delle nubi, creazione di nuvole artificiali per indurre la pioggia, osservazione mirata e semina attraverso veicoli aerei senza equipaggio e approcci sperimentali-numerici avanzati per il miglioramento della pioggia».

Insomma, negli Emirati Arabi Uniti la questione del cloud seeding non è affatto un tabù, quanto piuttosto un argomento dibattuto e un campo di ricerca in cui si investono molti soldi. Certamente, la questione che riguarda l’acqua in zone come il Medio Oriente è molto rilevante e sentita e, forse anche per questo, fa sì che tale argomento non sia taciuto o nascosto.

Il business del cloud seeding

Alluvione a Dubai, Emirati Arabi, 16 aprile 2024

Secondo uno studio di Polaris Market Research nel 2021 il mercato globale del cloud seeding è stato valutato in 120.2 milioni di dollari, con una previsione di crescita del 5,2% tra il 2022 e il 2030. Il mercato globale si sta espandendo a seguito dei crescenti investimenti in programmi di modifica meteorologica, dell’introduzione di nuove tecnologie e dell’aumento della domanda per ridurre i rischi ambientali legati alla scarsità d’acqua. L’aumento dell’uso della tecnologia di inseminazione delle nuvole per creare pioggia artificiale e mantenere i livelli dell’acqua entro un certo livello nei luoghi aridi apre infatti nuove prospettive di crescita del mercato, le cui previsioni potrebbero variare enormemente rispetto a quelle già effettuate. Si prevede che il mercato sarà guidato soprattutto da iniziative governative. I governi di Stati Uniti, Cina, India ed Emirati Arabi Uniti stanno investendo ampiamente in progetti di modifica meteorologica, creando un enorme potenziale per gli operatori del mercato per condurre ricerche e introdurre nuovi prodotti. 

Ampi settori della popolazione umana ora sono davvero preoccupati per la scarsità d’acqua. Più di 2 miliardi di persone in tutto il mondo stanno vivendo un significativo disagio idrico, secondo una ricerca delle Nazioni Unite del 2019. Secondo un rapporto dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO) del 2020, 3,2 miliardi di persone vivono in aree agricole che sperimentano carenze idriche da moderate a gravi. Pertanto, c’è un urgente bisogno di tecnologie meteorologiche in grado di sostituire le riserve idriche naturali esaurite e aumentare la sufficienza idrica nei luoghi sensibili a causa della crescente crisi idrica mondiale. Per tali motivi, si pensa che le tecnologie di inseminazione delle nuvole, che possono incoraggiare la pioggia artificiale e aumentare l’accesso all’acqua utilizzabile nelle aree con scarsità d’acqua, possano svolgere un ruolo fondamentale nell’affrontare queste preoccupazioni, specie in regioni desertiche come il Medio Oriente e le regioni del Nord Africa. 

In tutto il mondo c’è una crescente necessità di prodotti agricoli e di fonti d’acqua, che si prevede avrà un impatto positivo sul mercato dei sistemi di inseminazione delle nuvole durante il periodo di previsione. È stato determinato che alcune aree stanno assistendo a un aumento dell’uso di tecnologie di inseminazione delle nuvole per creare pioggia artificiale e mantenere il livello dell’acqua nelle zone colpite dalla siccità, e che questo è il fattore chiave del mercato dei sistemi di inseminazione delle nuvole. L’analisi prevede che ci saranno maggiori investimenti in iniziative di cloud seeding, che aumenteranno la domanda di dispositivi. L’aumento della domanda di acqua da parte di vari settori spinge quindi la crescita del mercato. Nei prossimi anni, si prevede che la crescente consapevolezza dei consumatori sui vantaggi del cloud seeding guiderà l’espansione del mercato. Durante il periodo di proiezione, è previsto che l’aumento degli investimenti pubblici per migliorare le risorse idriche apra nuove potenzialità per gli operatori di mercato. Dunque, nei prossimi anni, la domanda di questi beni aumenterà man mano che gli operatori commerciali e privati implementeranno tecnologie di cloud seeding a un ritmo più rapido. 

Così, il gigantesco problema umano (e non solo) dell’approvvigionamento idrico costituirà per alcuni una grande opportunità di business e di profitto. Anziché mettere in atto una rivoluzione del sistema entro cui viviamo, si preferisce quindi ricorrere a strumenti che andranno a incidere su sistemi complessi, le cui conseguenze non sono prevedibili, almeno non del tutto. Viene dunque da chiedersi se il cloud seeding sia una soluzione o piuttosto un nuovo sconvolgimento, che si va ad aggiungere a quelli già in essere, le cui conseguenze, soprattutto a lungo termine, non sono conosciute. 

[di Michele Manfrin]

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