In Canton Ticino ogni settimana vengono effettuate una dozzina di controlli della velocità. L’operazione per migliorare la sicurezza stradale porta nelle casse del Cantone 230’000 franchi a settimana. Le polemiche non mancano. Per il Governo ticinese i controlli sono effettuati per garantire la sicurezza della circolazione stradale, per alcuni politici per rimpolpare le casse dello Stato.
Riccardo Franciolli
“Non facciamo cassetta”. È questa la reazione della Polizia cantonale ticinese spesso accusata di utilizzare i controlli della velocità non per fare prevenzione ma per rimpolpare le casse del Cantone. Allo stesso modo rispondono le autorità cantonali (Governo), sollecitate da più atti parlamentari sul tema.
Multe a preventivo cantonale
Sulle strade ticinesi i controlli di velocità sembrano essere in aumento da diversi anni, così come i relativi incassi delle contravvenzioni. Ma è davvero così? A prima vista guardando il grafico che segue, gli incassi sembrano essere più o meno stabili, salvo il picco verso il basso nel 2020, anno della pandemia.
Il Canton Ticino ha inserito nel preventivo 2025 16,1 milioni di franchi in multe per superamento del limite di velocità: 14,5 milioni provenienti dagli automobilisti intercettati da radar (autovelox) fissi e semistazionari e 1,6 milioni di franchi da quelli “beccati” con i radar mobili.
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Queste previsioni budgetarie si basano sulle entrate degli ultimi anni. Nel 2023 il Canton Ticino ha raccolto in totale 11,8 milioni di franchi. L’anno precedente è stato toccato il record: i radar mobili hanno fruttato 1,71 milioni di franchi, i radar fissi e semistazionari 11,66 milioni, per un totale di 13,37 milioni di franchi. Fino allora la migliore annata era stata quella del 2018, quando le multe per eccesso di velocità avevano fatto confluire nelle casse del Cantone un totale di 13,17 milioni di franchi.
>> Qui potete trovare le Tariffe legaliCollegamento esterno in caso di superamento della velocità.
Appostamenti in aumento
Nel 2023 (ultimi dati ufficiale a disposizione), la polizia ha effettuato 779 appostamenti per il controllo della velocità, quasi due al giorno. Il dato è stato pubblicato nell’allegato statisticoCollegamento esterno al Rendiconto del Consiglio di Stato 2023. Come indica la tabella che segue, si tratta del valore più alto degli ultimi anni, forse di sempre, visto che manca un confronto con i decenni precedenti.
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Nel corso di questi appostamenti è stata verificata la velocità di 720’216 veicoli, anche in questo caso una cifra record. L’anno precedente i veicoli controllati erano circa 100’000 in meno. Per citare ancora un dato, nel 2019, ultimo anno prima della pandemia, è stata controllata le velocità di solamente 290’449 veicoli. Un dato confortante: la percentuale di veicoli in eccesso di velocità è fortemente calata in questi ultimi 10 anni. Merito forse anche della comunicazione della Polizia cantonale che ogni settimana segnala alla popolazione dove verranno piazzati i radar per il controllo della velocità.
Chi decide dove posare i radar?
Nel mosaico di strada nazionali, cantonali e comunali chi decide la velocità massima delle varie tratte stradali? Ci risponde l’Ufficio della segnaletica stradale e degli impianti pubblicitari del Dipartimento del territorio del Canton Ticino: “In Svizzera le limitazioni generali della velocità dei veicoli sulle strade pubbliche sono definite a livello federale (art. 32 Legge federale sulla circolazione stradaleCollegamento esterno, LCStr) e in particolare dall’art. 4a dell’Ordinanza sulle norme della circolazione stradaleCollegamento esterno (ONC). L’ordinanza prevede 50 km/h nelle località, 80 km/h fuori delle località, eccettuato sulle semi autostrade, 100 km/h sulle semi autostrade e 120 km/h sulle autostrade.”
Per determinati tratti di strada, ricorda ancora L’Ufficio della segnaletica, “la velocità massima può essere ridotta o aumentata dall’autorità competente soltanto in virtù di una perizia”.
Come detto nel 2023 sono stati effettuai 779 appostamenti. Chi decide dove posare i radar per il controllo della velocità? Questa volta ci risponde la Polizia cantonale: “La posa dei radar soggiace sia a rigide direttive tecniche emanate dall’Ufficio federale delle strade (USTRA) sia ad analisi d’opportunità effettuate dalla Polizia cantonale sulla base di strategie e criteri precisi, rimasti costanti negli anni. Criteri principali sono la presenza di cantieri, le condizioni relative al volume di traffico, la statistica degli incidenti, i vincoli tecnici, i punti potenzialmente pericolosi nonché le tratte a rischio”.
Non solo, secondo la Polizia cantonale, “il posizionamento dei radar avviene soprattutto su segnalazione dei cittadini, e il numero di richieste dimostra come in realtà la maggioranza della popolazione è piuttosto favorevole ai controlli”.
Inoltre, i controlli radar sono effettuati sia dalla Polizia cantonale sia dalle polizie comunali e da alcuni anni, anche su richiesta del Gran Consiglio, si è proceduto a coordinare ed ottimizzare questi controlli con un gruppo tecnico congiunto cantone-comuni.
Uno scontro politico
La posa di questi autovelox non fa l’unanimità tra i politici. Questi controlli di velocità sono da tempo fonte di discussione e oggetto di atti parlamentari. Nell’aprile 2014 i deputati cantonali Marco Chiesa (Unione democratica di centro) e Fiorenzo Dadò (Centro) sottoposero una mozione al Consiglio di Stato (“Radar mobili: più prevenzione, meno cassettaCollegamento esterno”) per chiarire questa situazione.
I due esponenti politici ricordavano che i controlli radar “devono rispondere a una logica di prevenzione degli incidenti e di controllo di situazioni viarie a rischio”. Tuttavia, entrambi segnalano l’impressione che “i controlli di velocità mobili servano solo come sostegno delle casse dei singoli enti pubblici”.
Norme sulla circolazione, le novità del 2025
Dieci anni dopo sempre Fiorenzo Dadò, questa volta con il collega di partito Marco Passalia, è tornato sul tema con l’interpellanza “Controlli di velocità in Ticino: non stiamo esagerando?”Collegamento esterno. In breve, i due politici del Centro chiedono al Governo ticinese di “arrestare l’ingiustificata tendenza di aumento dei controlli avuta negli ultimi anni, diminuendo in maniera sensibile i controlli di velocita con radar a multa”.
A stretto giro di posta, il Governo cantonale ricorda, rispondendo all’interpellanza di Dadò e Passalia, che “gli apparecchi di rilevamento della velocità vengono impiegati allo scopo di garantire la sicurezza della circolazione stradale e disciplinare il traffico. Si contesta fermamente che vi siano delle ragioni finanziarie nelle decisioni della Polizia cantonale sui luoghi in cui effettuare i controlli radar, come pure la gratuita illazione che vi siano degli obiettivi di budget (e men che meno dei relativi premi) da raggiungere per gli agenti di polizia”.
Ma dove vanno a finire i soldi raccolti con le multe? Il Dipartimento delle finanze e dell’economia cantonale risponde che “gli incassi delle multe di circolazione entrano nei ricavi dello Stato, non hanno uno scopo vincolato che è vietato dalla legge sulla gestione finanziaria dello Stato (LGF), salvo per i finanziamenti speciali definiti da leggi specifiche e non è il caso di una multa. Quindi i ricavi per multe entrano nella gestione corrente e impattano sul risultato d’esercizio del Cantone”.
Radar bruciati o presi a martellate
Gli apparecchi per il controllo della velocità fanno infuriare però soprattutto gli automobilisti, quelli “pescati” dal radar a viaggiare a velocità superiori al consentito. C’è chi li distrugge, chi li imbratta con la vernice, chi li prende a martellate come nell’ultimo caso avvenuto un mese fa tra Bellinzona e Biasca. Gli atti di vandalismo contro i radar sono in crescita: sette radar danneggiati negli ultimi cinque anni.
Generalmente – fa sapere la Polizia cantonale – gli autori di vandalismi (che sono sempre stati individuati) vengono perseguiti per danneggiamento e impedimento di atti dell’autorità, oltre a dover pagare la riparazione degli apparecchi. Per conoscenza, un apparecchio semi-stazionario costa circa 220’000 franchi, uno mobile circa 100’000 franchi. Un gesto impulsivo che può dunque costare molto caro.
Nonostante tutto, sottolinea la Polizia cantonale, “alle nostre latitudini gli episodi sono ancora rari” a differenza della vicina Italia, dove a fine 2023 gli autovelox distrutti sono stati 18 tra Veneto, Piemonte e Lombardia. E qui ricordiamo le gesta di Fleximan divenute ormai virali a cui è stato dedicato anche una canzoneCollegamento esterno.
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Calo di incidenti mortali
Il numero di incidenti gravi è in continua diminuzione. A dimostrazione, secondo le autorità, che i controlli di velocità hanno un effetto oltremodo positivo a livello di prevenzione. Tanto per capire i dati della tabella che segue, nel secolo scorso le strade ticinesi mietevano decine di vittime all’anno e parecchie centinaia di feriti gravi. Ancora negli anni Novanta, si contavano 43 morti nel 1991, 49 morti nel 1992, 40 nel 1993 e 48 nel 1994. Nel 2023 il numero è sceso a 7 decessi.
ncidenti stradali tra il 2025 e il 2023
con conseguenze sulle persone
Anno | Numero di incidenti | Incidenti con feriti gravi | Incidenti con morti |
---|---|---|---|
2015 | 4.026 | 216 | 12 |
2016 | 3.990 | 193 | 8 |
2017 | 3.880 | 207 | 9 |
2018 | 3.752 | 195 | 15 |
2019 | 3.714 | 198 | 6 |
2020 | 3.198 | 158 | 16 |
2021 | 3.656 | 155 | 11 |
2022 | 3.931 | 182 | 10 |
2023 | 3.965 | 184 | 7 |
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