I tre rischi principali sono l’elevata tossicità, l’allergenicità e l’antibioticoresistenza.
1) TOSSICITÀ
La tossicità degli OGM è stata studiata prettamente sugli animali: necrosi e erosione dello stomaco sono state riportate in topi che hanno mangiato i pomodori OGM, mentre le patate OGM che esprimono la lectina di Galanthus nivalis hanno indotto una crescita proliferativa nello stomaco che può esporre a rischi di emorragia. Un altro studio ha trovato che patate OGM hanno provocato la distruzione dei microvilli intestinali, segni di degenerazione nei mitocondri, ed un numero anomalo di enterociti multinucleati nei villi intestinali, altri studi (1, 2, 3, 4, 5) hanno mostrato che gli OGM modificano il funzionamento del fegato, alterandone il metabolismo e gli enzimi epatici. Uno studio su salmoni nutriti con soia OGM ha mostrato che questi sviluppavano un grado moderato di infiammazione intestinale, un altro studio sui maiali ha invece riportato forti infiammazioni gastriche. Anche il pancreas e i reni sono danneggiati dagli OGM, perché vengono alterati gli acini pancreatici e i ratti nutriti con OGM sviluppano reni più piccoli del normale e sono più a rischio di infezione renale. Sempre negli ultimi due studi citati gli OGM hanno alterato il sangue, riducendo i globuli rossi ed un aumentando i globuli bianchi nei ratti maschi e una riduzione degli esoinofili nelle femmine. Nei ratti incinta l’assunzione di OGM è pericolosa per il feto, perché i geni inseriti negli OGM si trasmettono al feto e ne alterano lo sviluppo, un’altra ricerca invece ha trovato che il 56% di cuccioli di ratto è morto dopo essere stato nutrito con OGM, l’elevato tasso di mortalità dei ratti è stato confermato da questo altro studio, che ha scoperto anche che i ratti sviluppavano tumori più frequentemente.
2) ALLERGENI
Questo studio sulla soia geneticamente modificata inserendo un gene dell’albumina della noce brasiliana, ha mostrato che le persone allergiche alle noci brasiliane erano allergiche anche alla soia così geneticamente modificata. Un altro studio sui topi ha mostrato che un fagiolo OGM ha provocato un’infiammazione nelle cellule T helper di tipo 2 e crossreattività con altre proteine, portando i topi a sviluppare un’allergia anche verso gli altri cibi. Il più documentato caso di allergia nell’uomo è però il mais starlink, dove per sviluppare una resistenza agli insetti sono stati inseriti i geni del batterio Bacillus thuringinesis, e questo ha provocato tantissime reazioni allergiche.
L’uso di proteine di allergeni noti per ingegnerizzare il cibo possono portare reazioni allergiche a coloro che soffrono di allergia verso l’allergene originale, inoltre una proteina mai assunta prima dall’uomo può indurre una reazione allergica in quanto o questa proteina assomiglia a quella di un allergene noto, o è essa stessa un nuovo allergene. Nonostante questi rischi, i metodi per valutare la sicurezza degli OGM sono approssimativi e gli studi sono carenti (1, 2, 3) perché non si possiede una lista completa di tutti gli allergeni, quindi a priori non si dovrebbe escludere nessuna proteina.
3) SVILUPPO DI RESISTENZA AGLI ANTIBIOTICI
È possibile trasferire geni da un OGM ad un batterio e il DNA modificato può anche contaminare il terreno (1, 2, 3, 4, 5). Il rischio discusso da questo studio è che le piante OGM possano trasferire i geni antibioticoresistenti utilizzati nella produzione degli OGM ai batteri della flora intestinale umana, ciò è molto pericoloso per la salute, (1, 2), soprattutto per le donne che sono più esposte a infezione da E. Coli, ma non solo, perché l’inquinamento del terreno con geni antibioticoresistenti potrebbe portare danni anche all’intero ecosistema. Adesso non sono più OGM, per passare inosservati li hanno rinominati TEA (tecniche di evoluzione assistita) o NGT (new genomic techniques) che indicano varietà di vegetali ottenuti con biotecnologie, approvate di recente dalla communita europea