I dati sui frontalieri inviati in Italia grazie al nuovo accordo fiscale

Per la prima volta nella storia, il Canton Ticino ha trasmesso all’Italia i dati completi delle buste paga dei nuovi frontalieri, inclusi nome, cognome, stipendio e codice fiscale. Un passo fondamentale che consente anche all’Italia di conoscere e tassare i suoi cittadini che lavorano in Ticino.

Riccardo Franciolli

La settimana scorsa il Canton Ticino ha inviato all’Italia i dati di 10’000 casi di nuovi frontalieri e di altri 11’000 lavoratori italiani attivi in Ticino, ma che non rientrano nella definizione di “lavoratore frontaliere” secondo il nuovo accordo fiscale. Un’operazione definita dal direttore della Divisione delle contribuzioni, Giordano Macchi, storica e metodologica. Si tratta infatti della prima volta che le autorità italiane ricevono informazioni dettagliate sui lavoratori italiani attivi in Svizzera, che fino a oggi erano conosciuti solo per numero e non per identità.

Scambio dati e nuovo accordo

Nel dettaglio, sono 10’167 i nuovi frontalieri e frontaliere arrivati in Ticino dal 17 luglio 2023 al 31 dicembre 2024. Il Canton Ticino ha inoltre trasmesso le informazioni relative ad altre 11’000 casi di lavoratori attivei in Ticino ma che risiedono al di fuori della fascia dei 20 chilometri dal confine o che non rientrano quotidianamente al loro domicilio principale in Italia, o ancora non figurano nella lista dei comuni riconosciuti dal Cantone. In totale l’erario italiano ha ricevuto le informazioni inerenti a circa 21’000 casi di lavoratrici e lavoratori. 

Cosa insegnano i nuovi dati?

È importante non farsi ingannare dai numeri. Il Canton Ticino ha effettivamente tramesso all’Italia 10’167 casi di lavoratori che sottostanno al nuovo accordo fiscale sui frontalieri. Questo però non si significa che dal 17 luglio 2023 siano arrivati in Ticino esattamente 10’167 nuovi frontalieri.

Secondo i dati dell’Ufficio federale di statistica, al 31 dicembre 2022 il numero di frontalieri in Ticino ammontava a 77’739, mentre al 31 dicembre 2024 erano 78’683, con una variazione di poco meno di 1’000 unità. Di conseguenza, è poco plausibile che quasi 10’000 vecchi frontalieri abbiano smesso di lavorare in Ticino per fare spazio ai nuovi arrivati.

Allora, come spiegare i 10’167 casi di nuovi frontalieri registrati dopo il 17 luglio 2023? Non si tratta di un errore nei dati, ma è necessario considerare alcuni fattori che questi numeri non raccontano completamente.

>>Il nostro dossier sul nuovo accordo fiscale sui frontalieri:

Due pesci, uno italiano e l'altro svizzero, che si contendono i lavoratori frontalieri.

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Le conseguenze del nuovo accordo sui frontalieri

Il 17 luglio 2023 è entrato in vigore il nuovo accordo italo-svizzero sull’imposizione dei frontalieri. Cosa cambia con questa intesa?Di più Le conseguenze del nuovo accordo sui frontalieri

In primo luogo, è fondamentale chiarire che si parla appunto di “casi”, non di singoli lavoratori. Come spiegato dal direttore della Divisione delle Contribuzioni, Giordano Macchi, “un lavoratore potrebbe avere un impiego a metà tempo con un datore di lavoro e un altro a metà tempo con un altro datore di lavoro”. In statistica, questo viene conteggiato come due casi, ma il lavoratore è uno solo.

Inoltre, tra questi 10’000 casi, ricorda Macchi “sono inclusi anche lavoratori temporanei che pagano le imposte alla fonte ma che, in senso stretto, non sono nuovi frontalieri”. Alcuni di questi sono specialisti chiamati dalle aziende ticinesi per contratti di breve durata, inferiori ai tre mesi, che non possiedono neppure il permesso G (il permesso di lavoro per frontalieri). “Per noi – aggiunge Macchi – sono comunque conteggiati come ‘casi’, ma non sono strettamente dei nuovi frontalieri”.

“È fondamentale chiarire che si parla di 10’000 “casi”, non di singoli lavoratori frontalieri”Giordano Macchi, direttore della Divisione contribuzioni del Canton Ticino

Un’altra tipologia di lavoratori dichiarati nuovi frontalieri dal Canton Ticino riguarda i lavoratori che risiedono in comuni italiani (principalmente nelle province di Sondrio, Monza e Brianza) che non facevano parte della vecchia lista ticinese di comuni di frontiera, ma che ora sono inclusi grazie al nuovo accordo. Questi comuni, che distano meno di 20 chilometri dal confine, sono ora considerati parte della zona di frontiera. Si stima che questi lavoratori siano circa un migliaio.

“Non so dare una cifra esatta dei nuovi frontalieri – commenta Macchi – comunque rappresentano una cifra importante”. Se si ipotizzasse, in modo molto prudente, che solo un ‘caso’ ogni due sia effettivamente un nuovo frontaliere, allora significherebbe che dei 10’000 ‘casi’ conteggiati, 5’000 possano essere nuovi frontalieri attivi in Ticino dal 17 luglio 2023. Questo numero sembra allinearsi con l’andamento dei flussi di lavoratori frontalieri degli ultimi 20 anni:

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Il nuovo accordo e l’evoluzione del mercato del lavoro

Nonostante le preoccupazioni iniziali, i dati sembrerebbero confermare che il nuovo accordo fiscale non ha avuto effetti negativi sul mercato del lavoro ticinese. I lavoratori italiani, anche con le nuove regole fiscali, continuano a scegliere il Ticino come destinazione lavorativa, attratti dal notevole differenziale salariale, nonostante la tassazione più elevata in Italia.

>> Ecco attraverso tre esempi la differenza di stipendio tra nuovi e vecchi frontalieri:


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Qual è davvero la differenza di stipendio tra nuovi e vecchi frontalieri

Questo contenuto è stato pubblicato al27 apr 2024  Cifre alla mano la differenza di stipendio tra vecchi e nuovi frontalieri è evidente, soprattutto per i salari medio alti, tanto da spingere i potenziali nuovi frontalieri a rifiutare le offerte di lavoro ticinesi.Di più Qual è davvero la differenza di stipendio tra nuovi e vecchi frontalieri

La divisione tra nuovi e vecchi frontalieri, con i primi soggetti a tassazione in Italia, ha suscitato dubbi sul potenziale impatto economico. Tuttavia, come ha recentemente comunicato il sindacato italiano UIL-frontalieri, nonostante le nuove regole fiscali impongano ai nuovi frontalieri di pagare le imposte in Italia, notoriamente più alte rispetto a quelle svizzere, il grande divario salariale tra Italia e Svizzera continua a rappresentare un incentivo irresistibile per molti lavoratori. “Affermare che l’accordo fiscale abbia frenato l’arrivo di frontalieri – conclude la UIL – è una favola”.

Entrate per il Canton Ticino

Il nuovo accordo ha avuto un impatto positivo sulle casse del Cantone. La massa salariale relativa ai nuovi frontalieri ammonta a circa 227 milioni di franchi, con un’imposta trattenuta di circa 13 milioni. Va notato che, rispetto ai vecchi frontalieri, i nuovi sono tassati sull’80% del reddito invece che sul 100% (a cui segue il ristorno). Gli altri 11’000 lavoratori generano una massa salariale complessiva di circa 420 milioni di franchi e un’imposta trattenuta pari a 40 milioni.

In totale, il gettito derivante da questi lavoratori ammonta a circa 53 milioni di franchi. A questa cifra si aggiunge l’importo proveniente dai vecchi frontalieri, che rappresentano ancora la maggioranza. Sebbene sia prematuro fare una stima precisa sugli incassi complessivi, sembra chiaro che il nuovo accordo fiscale porterà vantaggi economici per il Canton Ticino.

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