Leonardo Spagnoli
Cresciuto in Ticino, ho maturato esperienze in varie testate e in diversi media, dalla carta stampata e all’informazione online e alla radio. Iniziali: spal
Nonostante qualche piccola invidia e rivalità, specie nelle regioni a ridosso della frontiera, i rapporti tra Svizzera e Italia sono oggettivamente ottimi. Sembrano lontani i tempi delle controverse iniziative popolari contro l’eccessivo “inforestierimento” lanciate negli anni Settanta e rivolte soprattutto contro la folta comunità degli immigrati italiani nella Confederazione.
Ma anche le più recenti misure tributarie promosse da governi italiani di un po’ tutti i colori (concretizzatesi nei vari scudi fiscali per regolarizzare i contribuenti che avevano nascosto i loro capitali nei forzieri elvetici) e dirette principalmente contro la piazza finanziaria svizzera, sono ormai una storia passata.
L’adesione di Berna alle direttive OCSE sulla trasparenza, che hanno portato all’abolizione del segreto bancario (per i contribuenti stranieri) in Svizzera, hanno di fatto eliminato le residue ruggini che si erano insinuate tra i due Stati. Nel febbraio 2015 i due Governi hanno firmato l’accordo contro le doppie imposizioni e una roadmap destinata ad appianare le ultime divergenze in ambito tributario.
Dopo un certo travaglio, dovuto essenzialmente alle opposizioni sociali e politiche che si erano manifestate al di là del confine, il Parlamento italiano ha ratificatoCollegamento esterno nel giugno del 2023 il nuovo accordo fiscale sui frontalieri voluto soprattutto da Berna e sempre l’anno scorso Roma ha tolto la Confederazione dalla sua black-listCollegamento esterno, l’ultima in cui compariva ancora, delle persone fisiche.