Nel periodo di Lockdown ci siamo resi conto di quanto siano importanti le materie prime, tutti ci siamo cimentati in cucina, pane e pizze a volonta’.
Abbiamo riscoperto i cibi a km. 0, la memoria mi ha subito riportata bambina quando pranzavo dalla nonna, aveva un orto e sapeva conservare senza friser e senza sottovuoto patate, fagioli, piselli, castagne (farina a volontà’) per tutto l’inverno.
Aveva le galline, una mucca “la Lola” ( latte e formaggio assicurato) inoltre raccoglieva nei prati e nei boschi erbe commestibili e frutti di bosco. Era una cucina semplice la sua ma ancora ricordo il sapore del suo riso e prezzemolo, del riso e latte, della frittata alle ortiche, degli asparagi selvatici ai primi di maggio, della sua fugasceta e dei dolci con le castagne.
Mi sono così’ resa conto che 50 anni fa dalla nonna si mangiava km. 0 e che la sua cucina era sicuramente bio, quello che per lei era un modo di cucinare “normale”, oggi e’ una cucina “ricercata”.
Marinella Piazzoli