La Valle Intelvi, una meraviglia naturale, posta tra il lago di Como e il lago Ceresio, si è sempre qualificata anche per la bellezza del suo verde, un verde naturale fatto di molti specie di alberi che ne mostrano tutte le tonalità.
Il luogo ha mantenuto tanto del suo passato anche se alcune località sono restie a spolverare le loro tradizioni non comprendendo che il ritorno ai vecchi borghi è una tendenza in espansione, dovuta sia al periodo buio che stiamo vivendo, sia alla necessità di ritrovare pace e tranquillità riscoprendo ciò che la globalizzazione ci ha tolto.
I vecchi negozi che vendono un po’ di tutto, le feste popolari con le prelibatezze nostrane, il pallio delle diverse località, le opere dei Magistri Intelvesi, le case in pietra, i muretti a secco e i i vecchi mestieri potrebbero essere il vanto della valle e invece si privilegiano iniziative più “cittadine” che ai turisti interessano veramente poco.
Accanto a questi grossolani errori di interpretazione delle necessità del turista, abbiamo anche verificato la pessima cura del patrimonio forestale. Il riferimento preciso è il comune di Alta Valle Intelvi (quattro località LANZO, PELLIO, RAMPIONI VERNA, SCARIA che si sono unite in un unico comune cinque anni or sono), ebbene da un anno a questa parte assistiamo al massacro di alberi in piena salute e non ne comprendiamo le motivazioni perchè ciò che è rimasto sul terreno è uno spettacolo orribile non certo degno di una località turistica e nemmeno di chi dice di voler tutelare l’ambiente.
Accanto a scelte tanto discutibili dobbiamo rilevare anche la moria di diverse conifere che appaiono secche e alla diffusione del Poligono Asiatico, una pianta infestante che soffoca la vegetazione. A nulla sono servite le varie segnalazioni della sua presenza, la pianta prolifera indisturbata e fa danno.
Sappiamo che il taglio degli alberi è regolamentato, che esistono periodi in cui il taglio non può avvenire e quindi abbiamo necessità di risposte certe, visto che proprio la Regione intende aumentare i parchi naturalistici da qui al 2030. Vorremmo che la Valle Intelvi fosse proposta per la realizzazione di uno di questi parchi a tutela della fauna e della flora presente sul territorio.
Manuela Valletti