Questo articolo pubblicato dalla TV Svizzera rende nota tutta la gravità della situazione del Lago Ceresio, lago le cui acque alimentano anche alcuni impianti idrici della Valle Intelvi.
Non è la prima volta che ne parliamo nel completo disinteresse dei Comuni che si avvalgono di questa acqua immettendola negli impianti idrici dei Paesi( ovviamente filtrata).
Nonostante la depurazione l’acqua di Lanzo è Ramponio è pessima, giallognola e maleodorante.
Non comprendiamo il motivo per cui i cittadini di queste zone dovrebbero pagare, e a caro prezzo, l’acqua erogata da Como Acqua, quando sono costretti a comperare acqua minerale per bere, cucinare e abbeverare gli animali, o a dotarsi in alternativa, di un depuratore domestico.
Invieremo questa nostra segnalazione in Regione Lombardia prima che accadano danni seri a discapito della popolazione.
Ora leggete l’articolo.
Manuela Valletti
Il Verbano si presentava così martedì 2 luglio. Ti-Press
Violente perturbazioni meteorologiche, surriscaldamento delle acque, proliferazione di microrganismi e specie invasive mettono sempre più a rischio le nostre preziose riserve idriche.
Leonardo Spagnoli
Detriti e fango nelle rive, navigazione sospesa per le distese di legname galleggiante, acque infestate da virus sono alcuni degli episodi che riporta la cronaca di questi giorni in relazione alle recenti piene e inondazioni di questo inizio d’estate all’insegna del maltempo nelle regioni a sud delle Alpi.
Per il momento restano in secondo piano le proliferazioni stagionali di quelle che venivano impropriamente chiamate “alghe azzurre” e che parecchi problemi hanno creato le estati scorse, soprattutto nel Lago di Lugano. Le temperature finora leggermente più fresche rispetto a quelle degli ultimi anni hanno limitato per ora la diffusione incontrollata di microorganismi nocivi ma, come avvertono le e gli esperti, l’esperienza ci insegna che si tratta solo di una tregua momentanea.
Monitoraggio continuo e sistema d’allerta
Per circoscrivere le conseguenze indesiderate del fenomeno le autorità ticinesi hanno appena implementato un nuovo sistema di monitoraggio e di allerta per il Lago Maggiore e il Ceresio. Come è noto la proliferazione dei cianobatteri, in particolare della specie Microcystis, favorita da particolari nutrienti e dalle alte temperature, produce tossine che possono provocare fastidiose allergie alla pelle, problemi gastrointestinali e patologie epatiche che sono rischiose soprattutto per i bambini e gli animali domestici
Altri sviluppi
Ceresio invaso dai cianobatteri
La campagna informativaCollegamento esterno destinata alla popolazione dei Comuni rivieraschi e ai gestori dei lidi, è stata concepita per agevolare la convivenza con questo fenomeno. La continua evoluzione della situazione a livello locale, in funzione delle correnti e dei venti, ha indotto gli uffici cantonali competenti ad adottare una cartellonistica specifica a ridosso delle sponde dei laghi e un sistema di bandiereCollegamento esterno (gialle e rosse a seconda del livello di infestazioneCollegamento esterno) per le e i bagnanti. Una barca attorniata da formazioni di cianobatteri a Riva San Vitale, nel Ceresio, nell’agosto 2023. Ti-Press
Al monitoraggio visivo è stata inoltre affiancata una nuova rete di boe e sonde ad alta frequenza per l’aggiornamento in tempo reale sulla qualità delle acque dei due grandi laghi transfrontalieri. A questo proposito occorre segnalare anche la collaborazione con le piattaforme Datalakes (www.datalakes-eawag.chCollegamento esterno) e AlpLakes (www.alplakes.eawag.chCollegamento esterno).
Due boe di monitoraggio sono ubicate dallo scorso marzo nei pressi di Porto Ronco, nel Verbano e Castagnola, nel Ceresio. Si tratta di apparecchi completamente autonomi e dotati di sonde multi-parametriche situate sotto la superficie dell’acqua e di sensori di temperatura che si spingono fino a 40 metri di profondità. Il dispositivo presente nel Ceresio dispone anche di una sonda collocata a 15 metri di profondità. Oltre a queste due piattaforme di misura, nelle scorse settimane sono state posate alcune sonde su moli galleggianti situati nei diversi rami del Lago di Lugano (a Riva San Vitale, Vico Morcote e Magliaso).