Federico Franchini
La bernese Bystronic vuole chiudere due stabilimenti a sud di Milano mentre il colosso del cacao zurighese Barry Callebaut intende sbarazzarsi di una fabbrica di cioccolato centenaria in Piemonte. Abbiamo incontrato il personale, pronto a lottare per quelle che considera “ristrutturazioni ingiustificate”.
Fumogeni, striscioni e cori: “Vergogna, vergogna”; “Dignità, dignità”; “Vogliamo solo lavorare”. Un gruppo di oltre cento operai protesta davanti alla sede dell’associazione economica Assolombarda. All’interno è in corso una riunione tra i sindacati e i rappresentanti della Bystronic. La crisi è iniziata lo scorso 10 ottobre quando questa multinazionale svizzera ha annunciato, senza alcun preavviso, di voler chiudere due stabilimenti a sud di Milano, licenziando 150 persone.
“È stato un fulmine a ciel sereno. A fine 2023, con un video diffuso durante la festa di Natale, i vertici del gruppo hanno elogiato il contributo dei lavoratori, definendoli la forza trainante dell’azienda. E ora eccoci qua, con l’incubo dei licenziamenti collettivi in arrivo proprio a Natale”: Angelo Alpoli, rappresentante sindacale dei dipendenti è una delle prime persone che incontriamo quando arriviamo sul posto. L’uomo non nutre molta speranza per questo primo incontro: “Si è rotto il rapporto di fiducia. A ferirmi è la totale mancanza di sensibilità di Bystronic, per i quali siamo sempre stati disponibili. Molti di noi sono persone monoreddito, con mutui e carichi familiari”.