Migliavacca è nato a Milano nel 1913, terminati gli studi superiori seguì i corsi ingegneria. Dopo il lungo periodo bellico e la prigionia in Germania, si dedicò per diversi anni all’agricoltura nell’azienda paterna ed in seguito iniziò un’attività in proprio. Da sempre appassionato di poesia, tanto in lingua italiana che in dialetto milanese, ha partecipato a molte rassegne ottenendo notevoli riconoscimenti. E’ morto una decina di anni or sono, ma sappiano tutti che i poeti non muoiono mai.
dal libro Aria de cà mia
Se guardiamo bene il cielo della Lombardia quando è sereno, senza una nuvoletta e dell’azzurro più bello che ci sia al mondo: non c’è una macchia o un’ombra di nebbia: Lontano si vedono alte le cime dei monti, sbiancate dalla neve e accarezzate dal vento, che pulisce l’aria all’orizzonte. Se guardiamo bene il cielo intorno a Milano quando arriva la nebbia, l’azzurro non si vede più e pensiamo che non sia sotto…Però tutti sanno che se si alza il vento e spazza via la nebbia, ritorna a splendere il sole in un momento, fa freddo, ma per il cielo è primavera…
Ho trovato in cantina una bambola ancora bella e pettinata incartata nella carta velina con il suo corpo e il vestito di pezza. E’ un po’ difficile ora immaginarla in braccio a mia figlia piccolina che oramai ha un figlio che piange in braccio e il più grande che la chiama sempre. La tiro su, le faccio una carezza e sento la sua voce che mi chiama e ripete, con tanta tenerezza, come una volta, per sbaglio, mamma.
Altre poesie di Migliavacca su www.themilaner.it
Manuela Valletti